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LA NASCITA DEL CARNEVALE STORICO

Nel 1386 la popolazione di Castellamonte entrava in ribellione con la nobiltà pretendendo libertà personale, alleggerimenti fiscali, indipendenza comunale.
In quell’epoca il Conte di Castellamonte era un tale Uguccione, tristemente noto per la sua crudeltà, mentre la sua sposa Isabella di Montebello, vittima innocente del tiranno, era stimata per la sua generosità e affabilità da tutti i paesani. Degenerata la ribellione i castellamontesi davano l’assalto al castello, se ne impadronirono e lo incendiarono trucidando tutti gli occupanti che erano scampati alle fiamme. Poiché la salma della contessa Isabella, che si sarebbe voluta risparmiare, non venne rinvenuta, la si credette incenerita nel torrione distrutto dalle fiamme, tutto il paese la pianse morta. Isabella, tramite un sottopassaggio segreto era fuggita verso la Crus del Ciàp e si era salvata , successivamente grazie a lei ci fu la riappacificazione tra la nobiltà ed il popolo.
Ci fù grande esultanza popolare e dal Castello partì una grande fiaccolata, capitanata da tre antichi terzieri, uno di essi veniva soprannominato “Primo Console” ed erano assistiti dal Clavario, che scese fino al Borgo dove la contessa venne nominata “Bela Pignatera”, le fu assegnata una corte d’onore composta dalle sette damigelle, rappresentanti le sette porte di Castellamonte, e da quel momento ogni anno veniva celebrato il carnevale di Castellamonte il martedì grasso.

IL MERCOLEDI’ DELLE CENERI
Nel 1866, il mercoledì delle ceneri diversi buontemponi del “Circolo del Buon Umore” smaltivano gli ultimi vapori delle baldorie carnevalesche nelle vie del paese, causando il culminare dei festeggiamenti del carnevale il primo giorno di Quaresima, ci fu pubblico biasimo dal pulpito durante le funzioni religiose con inibizione ai partecipanti d’intervenire alle sacre cerimonie questo scatenò la reazione del popolo ed ebbe come esito l’organizzazione programmata della solenne conclusione del carnevale a Castellamonte il Mercoledì delle Ceneri a partire dall’anno successivo e tutti quelli a seguire.. Ci sarà interruzione soltanto negli anni di pubblico lutto o durante la guerra.

La "Pro Loco" nel 1971 si rese promotrice di una petizione al Vescovo d'Ivrea Mons. Luigi Bettazzi, diretta ad ottenere per Castellamonte la dispensa dall'obbligo dell'astinenza dalle carni e del digiuno il Mercoledì delle Ceneri, in modo tale da sanare l'ultracentenaria questione e da rendere così totalmente partecipi alla festa anche i più osservanti dei cittadini. L'istanza otteneva buona accoglienza da parte dell'autorità religiosa, il quale ritenne che non era più il caso di parlare di contestazione o di anticlericalismo, ma soltanto di una secolare tradizione che, non avendo celebrazioni concorrenti nella zona, riusciva a far convenire, per quel giorno, da ogni centro del Canavese carri allegorici e pubblico, in modo talmente cospicuo da assurgere ad una vera e propria manifestazione di carattere turistico.
Monsignor Bettazzi concedette che dal 1972 nella zona di Castellamonte, la quaresima cominciasse con un giorno di ritardo. La dispensa vescovile è stata poi rinnovata di anno in anno, sino a diventare defìnitiva.
Sempre nel 1971 si componeva la canzone-marcia della Bela Pignatera, si instaurava il protocollo delle cerimonie di consegna dellle simboliche chiavi di Castellamonte alla Bella Pignatera da parte del Sindaco nel Salone del Consiglio, nonchè della fiaccolata dal Castello accompagnata dalla presenza degli Sbandieratori “Torrazza” ideati nel 1967 da Nicola Mileti.

Nel 1952, con “Bela Pignatera” Margherita Stoppani e “Primo Console” Achille Mezzano, prende il via il Carnevale Storico senza più interruzioni fino ad oggi.

Nel 1983, ad arricchire le sfilate, venivano creati gli antichi rioni che rappresentano le sette porte di Castellamonte: Malio, Fontana, Pracarano, San Pietro, Borgo Nuovo, Torrazza. Quell’anno personaggi erano Rua Maria e Michela Gianni e, grazie al loro contributo, vennero creati i costumi ufficiali, della Bela Pignatera e del Primo Console.

RE PIGNATUN
Il simbolo del carnevale, già dal 1197, è rappresentato da un fantoccio fatto di paglia e di segatura, di proporzioni rilevanti, che, dopo essere stato osannato durante le varie sfilate per le vie del borgo in festa, veniva alla sera abbruciato con un pubblico rogo; danzavano i giovani attorno alle sue ceneri ardenti, per poi saltarle: era detto che chi non fosse riuscito ad eseguire bene tale atto, non avrebbe trovato per tutto l'anno la "morosa" o da questa sarebbe stato tradito.
Dal dopoguerra il caratteristico "Re Pignatun" venne creato ad immagine e somiglianza caricaturale di un cosiddetto "notabile" locale, la tradizione è diventata norma costante del carnevale castellamonte unica nel suo genere. Ornato di paludamenti che ricordano l'attività, le cariche, le doti e i difetti del concittadino designato, il popolare emblema, che è diventato uno dei simboli del carnevale di Castellamonte, sfila, la domenica e il mercoledì di carnevale tra gli osanna del pubblico, da San Rocco a San Grato, preceduto dai tantissimi carri allegorici e dai sempre più numerosi personaggi denominati "storici", che si riallacciano alle vicende medioevali del borgo. Le sembianze del personaggio sono state modellate con l’attiva collaborazione di Nicola Mileti, Renzo Igne, Gianola Miro, Angelo Pusterla, Nando Federico, Eugenio Vezzetti, gli artisti dell’Istituto Felice Faccio.
Viene poi bruciato sulla piazza come ultimo atto del carnevale e di li ha inizio la Quaresima.

NICOLA MILETI
Se vogliamo trovare un simbolo vero del carnevale, dal 1966 al 2001, lo dobbiamo cercare in questo singolare personaggio.
Molte persone hanno collaborato alle manifestazioni carnevalesche con varie graduatorie di merito, ma nessuno con la stessa incredibile continuità.
Sono sue le idee del carroccio della Bela pignatera, quelle della fiaccolata, degli sbandieratori, e grande contributo ha dato per la creazione dei rioni. Fu il cerimoniere del Carnevale ed ogni Pignatera dal 1966 in poi lo ebbe valido sostenitore al suo fianco.
Il Carnevale dal 2002 piange la morte di Nicola Mileti e da quel giorno in poi nulla è più stato come quando era lui il mattatore delle cerimonie, nessuno è mai più riuscito a sostituirlo con il suo stesso entusiasmo.

SUPREMO ORDINE BELA PIGNATERA E CONSOLI
Nel 1997, dopo varie sollecitazioni da parte di Nicola Mileti, l’aiuto dello studio fotografico di Claudio Marino, venne creato il Supremo Ordine Bela Pignatera e Consoli, madrine della cerimonia , nella meravigliosa cornice della Rotonda Antonelliana, furono le Mugnaie di Ivrea, le Bele Tolere di Chivasso ed il podestà Costantino Garda. Per l’occasione, gli ex personaggi adottarono per la prima volta il mantello simbolo distintivo del gruppo.

LA CANZONE DELLA BELA PIGNATERA
Musica di Mario Nuvola
Parole di Giuseppe Perotti


  1. Bela, fina, ben butà
Na madama a l'è rivà:
L'è rivà J'àn dit: "Ciarea"
Peuj a l'àn subit cunsacrà
Castellana d'la, Contea,
Pignatera d'la Burgà.

2. E la Bela a l'à purtà
Custi dì dal Carlùva,
Ca sen fèt par l’alegria,
Ca sen fet par al ciadèl:
Al l'à dit Sua Signoria
'N t'al pruclama ai so fedel.

  3. E la suvrana 'd Castlamùnt
Cui tre cunsul. sensa cunt,
Cun le sette damigelle,
Al clavari e i papagàl,
I trifeui, le pignattelle,
L'à 'na storia sensa uguàll

4.
Cui ciaplini e cui trumbùn
Tuit a càntan la cansùn,
La cansùn ad l'alegria,
La cansùn che sempre a dis:
"Pignatera, va nin via,
Al to Regn, l'è 'n Paradìs!"

  RITORNELLO
Che bel facin,
Che meravja,
O che splendùr
Sua Signoria!
Che bel suris
Che bela vesta !
Par al pajs
L'è na gran festa !
J'è tut S. Roc, l'è tut S. Grà
Ca bat i man a Sua Maestà,
La Castellana dal bel suris,
La Pignatera dal nos pajs!


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